Stop al greenwashing: la direttiva europea punto per punto

22 Gennaio 2024

Dopo il voto all’Europarlamento all’approvazione definitiva delle nuove norme contro il greenwashing manca solo il via libera del Consiglio Ue. Si tratta di una legge fondamentale che rappresenta un primo passo per debellare la pratica del greenwashing e fornire trasparenza ai consumatori. I prossimi passi sono la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e il recepimento dagli Stati membri entro 2 anni.

L’obiettivo è proteggere i consumatori dalle pratiche ingannevoli e aiutarli nelle scelte di acquisto, dunque, vietare l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti, migliorare l’etichettatura dei prodotti e rendere più visibili le informazioni relative alla garanzia.

Le nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile vietando l’uso di affermazioni ambientali generiche come “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile”, “climaticamente neutro” o “eco” senza documenti e certificazioni che ne dimostrino veridicità e fondatezza.

La direttiva sul greenwashing vieta di affermare che un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente se questi risultati sono legati al ricorso a sistemi di compensazione delle emissioni.

Anche l’uso delle etichette di sostenibilità sarà ora regolamentato, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno consentite solo etichette di sostenibilità basate su sistemi di certificazione ufficiali o stabiliti da autorità pubbliche.

La direttiva è in stretta correlazione con un’altra proposta di direttiva emanata lo scorso anno dalla Commissione europea e ora al vaglio delle istituzioni comunitarie: quella sui Green claim, che sarà più focalizzata sulle dichiarazioni ambientali e definirà nel dettaglio criteri e condizioni per il loro corretto utilizzo.

Ecco punto per punto la nuova direttiva.

Social media

News

Ristorazione sostenibile nella PA: obblighi e opportunità dei nuovi Criteri Ambientali Minimi

Ristorazione sostenibile nella PA: obblighi e opportunità dei nuovi Criteri Ambientali Minimi

Come possono le Pubbliche Amministrazioni rendere più sostenibili i servizi di ristoro? Con l’entrata in vigore, ad aprile 2024, dei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM), il settore pubblico è chiamato a compiere un passo concreto verso la riduzione dell’impatto ambientale. Il decreto ministeriale introduce regole più stringenti per distributori automatici, punti di ristoro e fonti d’acqua pubbliche, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e promuovere modelli di consumo più sostenibili. Tra le misure previste, spiccano l’obbligo di materiali riciclati negli imballaggi, la preferenza per prodotti a chilometro zero e biologici, e l’adozione di attrezzature a basso consumo energetico.

Le sfide del Green Procurement nel 2025: nuove opportunità e ostacoli

Le sfide del Green Procurement nel 2025: nuove opportunità e ostacoli

Nel 2025, il Green Procurement, ovvero l’acquisto sostenibile di beni e servizi, sarà fondamentale per la sostenibilità, con opportunità come incentivi pubblici, innovazione tecnologica e maggiore domanda di prodotti ecologici. Tuttavia, ci saranno sfide legate ai costi iniziali, alla scarsità di fornitori sostenibili e alla resistenza interna al cambiamento. Le normative in evoluzione aggiungeranno ulteriore complessità. Superare questi ostacoli sarà cruciale per promuovere un futuro più verde e prospero. Scopri come le organizzazioni possono navigare le difficoltà e cogliere le opportunità per accelerare il cambiamento verso un mondo più sostenibile.

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

La Commissione Europea ha pubblicato 90 domande frequenti (FAQ) per chiarire gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità delle aziende, con l’obiettivo di guidare le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, verso una maggiore trasparenza in materia di finanza sostenibile. La comunicazione n. 6792 affronta l’interpretazione di normative chiave, tra cui la direttiva 2013/34/UE e il regolamento (UE) n. 537/2014, con focus sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La CSRD impone nuove richieste di rendicontazione per grandi imprese, PMI quotate e gruppi internazionali, ma non riguarda la divulgazione volontaria di aziende non soggette agli obblighi.