Sport e ambiente, in Italia partire dalla progettazione di stadi ecosostenibili

12 Agosto 2024

Uno stadio di calcio della massima serie può consumare fino a 8 milioni di chilowattora di elettricità (l’equivalente dell’uso energetico di 2500 famiglie) e fino a 100mila metri cubi di acqua. Inoltre, genera fino a 6,81 chili di rifiuti per spettatore, per un totale di circa 750 mila tonnellate di rifiuti a fine stagione”.

Questa la fotografia scattata durante l’ultima edizione del Forum Compraverde Buygreen, il 15 e 16 maggio scorso a Roma, nell’incontro moderato dalla giornalista Rai e conduttrice della Domenica Sportiva, Simona Rolandi e al quale hanno partecipato rappresentanti di amministrazioni regionali e comunali.

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sugli eventi, definiti nel 2022, hanno profondamente modificato il modo in cui devono essere progettati, organizzati e gestiti gli eventi sportivi. Scelta delle location, prevenzione dei rifiuti, raccolta differenziata, trasporto sostenibile e accessibilità, uso di materiali tessili a basso impatto ambientale, somministrazione di cibo buono e sostenibile, riduzione degli sprechi alimentari, riprogettazione dei premi e dei gadget, tutela dei diritti umani e sociali lungo le catene di fornitura. Da qui l’appello dei promotori del Forum Compraverde alle società di calcio che recentemente hanno annunciato la presentazione di progetti per nuovi stadi “di seguire nella progettazione che si sta approntando i criteri ambientali minimi di sostenibilità“.

Per il sottosegretario all’ambiente e alla sicurezza energetica Claudio Barbaro,

“Per la prima volta nella storia del dicastero che rappresento, è stata codificata una delega allo sport. Da qualche mese abbiamo avviato un confronto per giungere all’applicazione di criteri di sostenibilità sportiva per far sì che gli eventi sportivi di qualsiasi dimensione abbiamo una adeguata e certificata sensibilità ambientale. Questo attraverso un percorso normativo. Nel frattempo, il Mase ha avviato una fase sperimentale su alcuni grandi aventi di equitazione come il concorso di Piazza di Siena in collaborazione con la Fise e con la Lega Calcio”.

Abbiamo apprezzato l’iniziativa del presidente della Lega Calcio Lorenzo Casini, che ha presentato alla vigilia della finale di Coppa Italia il progetto ‘Road to Zero’, finalizzato alla sostenibilità dell’evento e alla riduzione degli impatti ambientali e per la crescita dei benefici sociali – dice Giorgio Galotti, della Fondazione Ecosistemi promotrice del Forum Compraverde – Questo esempio deve diventare però una prassi estesa a tutti gli eventi e a tutti gli impianti sportivi”.

La Finale di Coppa Italia Frecciarossa, il 15 maggio scorso allo stadio Olimpico di Roma, rappresenta il primo evento calcistico in Italia concepito intorno al concetto di sostenibilità sotto l’aspetto ambientale, sociale e di governance. Per la prima volta, è stato scelto il “UEFA Carbon Footprint Calculator” per il calcolo dell’impronta ecologica e implementate una serie di iniziative per promuovere la mobilità sostenibile per gli spostamenti in città. L’evento ha previsto anche una “Quiet Sensory Room”, uno spazio sicuro per i tifosi con particolari patologie.

Seguendo i CAM gli eventi sportivi dovrebbero prevenire la produzione dei rifiuti, sostenere modelli di economia circolare nella produzione di beni e nell’erogazione di servizi; promuovere tecniche di coltivazione conservative; sensibilizzare e diffondere consapevolezza sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale fra tutti i soggetti coinvolti dall’evento e portare benefici economici e positive ricadute sociali ai territori ospitanti l’evento.

L’evento si può seguire QUI!

Social media

News

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

La Commissione Europea ha pubblicato 90 domande frequenti (FAQ) per chiarire gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità delle aziende, con l’obiettivo di guidare le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, verso una maggiore trasparenza in materia di finanza sostenibile. La comunicazione n. 6792 affronta l’interpretazione di normative chiave, tra cui la direttiva 2013/34/UE e il regolamento (UE) n. 537/2014, con focus sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La CSRD impone nuove richieste di rendicontazione per grandi imprese, PMI quotate e gruppi internazionali, ma non riguarda la divulgazione volontaria di aziende non soggette agli obblighi.

Il difficile incontro tra cultura, risorse e sostenibilità. Intervista a Silvano Falocco

Il difficile incontro tra cultura, risorse e sostenibilità. Intervista a Silvano Falocco

Silvano Falocco, in un’intervista a EconomiaCircolare.com, discute le sfide per una produzione culturale sostenibile, evidenziando le difficoltà nel conciliare aspetti culturali, ambientali ed economici. La programmazione culturale, secondo Falocco, dovrebbe avere una missione chiara e finanziamenti stabili, ma manca spesso una direzione politica precisa. La crescente difficoltà di reperire risorse finanziarie, insieme alla necessità di allinearle con criteri ambientali e sociali, complica la sostenibilità degli eventi culturali. Inoltre, la selezione di sponsor in linea con valori ecologici è resa ardua dalla scarsità di risorse e dalle divergenze tra cultura e politica. Leggi l’intervista…

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Cosa succederebbe se tutte le mense pubbliche e scolastiche in Europa dovessero rispettare criteri minimi obbligatori che riflettono la necessità di mantenere il nostro sistema alimentare entro i limiti del pianeta e a sostegno dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Alcuni potrebbero opporsi a un aumento dei costi, ma come ormai sappiamo tutti, i costi delle pratiche non sostenibili relative a uno qualsiasi di questi aspetti sono di gran lunga superiori per la società e per i contribuenti. Quindi, perché comprare cibo a basso costo e poco salutare quando l’approvvigionamento alimentare pubblico offre un’ottima opportunità per affrontare tanti obiettivi di sostenibilità in un unico piatto?