A circa due anni dall’obbligatorietà degli acquisti verdi, in Italia il Green Procurement non viene ancora percepito come uno strumento di orientamento del mercato alla sostenibilità. Lo rivelano i dati dell’indagine condotta da UNIONCAMERE in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, avvalendosi del supporto scientifico della Fondazione Ecosistemi, del supporto tecnico di Infocamere e della Fondazione Guglielmo Tagliacarne. Dati anticipati al Forum CompraVerde-BuyGreen 2018, diffusi e resi fruibili tramite la pubblicazione ufficiale del rapporto anche sul sito web di UNIONCAMERE.
L’indagine ha visto coinvolto un campione di oltre 3.200 imprese, rappresentativo del mercato manifatturiero, dei settori dell’edilizia e della ristorazione collettiva, quest’ultime con dei Criteri Ambientali Minimi con cui confrontarsi, nonché delle grandi imprese di interesse pubblico che si devono attrezzare per garantire la correttezza della applicazione dei dettami del nuovo codice. Ciò con l’intento di avere un quadro sullo stato della sostenibilità ambientale dell’offerta e della domanda nel mondo produttivo italiano, anche alla luce dei decreti di attuazione dei criteri ambientali minimi e individuare eventuali criticità e difficoltà delle imprese ad adeguarsi alle nuove richieste della domanda. L’analisi dei dati raccolti definisce un quadro abbastanza chiaro: solamente il 47% delle aziende ha integrato la variabile ambientale nelle proprie strategie. Per quanto riguarda l’effettiva attuazione di una gestione ambientale sostenibile, il 55% sta adottando atteggiamenti attivi nei confronti dei propri fornitori, il 75% si è dotata di una certificazione ISO 14001. Le aziende scelgono di adeguarsi all’articolo 34 del nuovo codice appalti per prevenire i rischi e rispettare la legge (70%).
I risultati complessivi dell’indagine evidenziano, da un parte, la debolezza di un mercato verde italiano e, dall’altro, la presenza di alcuni elementi positivi, che andrebbero valorizzati. Le imprese industriali del settore manifatturiero stanno transitando dalla gestione ambientale dei processi ad una maggiore attenzione verso la ricerca e lo sviluppo per l’innovazione ambientale dei prodotti: l’ambiente si conferma come un fondamentale driver dell’innovazione. Al contempo, queste stesse imprese non hanno ancora integrato a pieno la variabile ambientale nelle proprie strategie di business, spinte, forse, da comportamenti adattivi. Le imprese della ristorazione collettiva e quelle del settore edile, che partecipano a bandi pubblici e si trovano a dover rispondere a disciplinari e capitolati comprendenti i Criteri Ambientali Minimi, si sono adeguate ai requisiti ambientali richiesti in modo agevole. Le imprese pubbliche dichiarano, in maggioranza, di avere assunto impegni precisi per il miglioramento della qualità ambientale delle proprie forniture, pur avendo qualche difficoltà a tradurlo in un agire operativo.
L’indagine ha permesso di evidenziare anche altri aspetti fondamentali. Le aziende che hanno risposto all’indagine sul “mercato Green” sono principalmente aziende del Nord Italia e, in parte rilevante, del settore elettrico ed elettronico, che operano su mercati nazionali o europei e che si sono dotate di strumenti di gestione ambientale (come la certificazione ISO 14001), con una particolare attenzione alla misurazione delle proprie prestazioni ambientali, e che si affacciano alla valutazione del ciclo di vita del proprio prodotto e alle conseguenti certificazioni. In ogni caso, la spinta delle aziende a dotarsi di una gestione ambientale organizzata non sembra provenire dal GPP ma dalla necessità di gestire i rischi connessi all’inquinamento e al mantenimento della conformità normativa.
Oltre a fornire un quadro completo del mercato verde italiano, l’indagine vuole sensibilizzare le imprese sul GPP, accelerare un processo di miglioramento ambientale e sociale della produzione e del consumo. Per questo, sulla base dei risultati ottenuti, segnala la necessità di azioni di supporto per una diffusione delle competenze in materia di applicazione dei CAM, di tavoli di confronto tra i vari attori, di adeguati percorsi formativi, strumenti informativi e attività di networking, forme di incentivazione e facilitazione per migliorare la capacità delle aziende pubbliche affinchè inseriscano la qualificazione ambientale e sociale delle proprie catene di fornitura tra le proprie azioni prioritarie. Un’importante sfida per la Pubblica Amministrazione che, in qualità di grande “consumatore” di beni e servizi, è soggetto indispensabile per una politica nazionale più incisiva per la riduzione degli impatti ambientali e per la promozione di innovativi modelli di produzione e di consumo, per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile.
Scarica l’indagine: La sostenibilità delle imprese e la nuova frontiera degli Acquisti Verdi