Presentato il V Rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi con i numeri del GPP 2022 in Italia

20 Ottobre 2022

Buone notizie, anche se non ancora del tutto soddisfacenti, dalla XVI edizione del Forum Compraverde Buygreen 2022, giunto alla seconda e ultima delle due giornate organizzate a Palazzo WeGil, in largo Ascianghi a Roma: secondo i dati del quinto rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi, nato dalla collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Federparchi, il trend di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia è in crescita: 1 su 3 quelli che dichiarano di adottare tra l’80 e il 100% dei parametri del Green Public Procurement, ossia 35 sugli 89 che hanno preso parte al monitoraggio civico. L’anno scorso, su dati riferiti al 2020, erano poco meno di uno su tre.

Comuni ma non solo. Oltre agli 89 capoluoghi, l’Osservatorio ha monitorato anche 35 Aziende Sanitarie Locali, 91 Aree Protette e, per la prima volta, dieci Centrali di Committenza Regionali [1]. Novità di questa edizione è il calcolo di un indicatore complessivo del GPP che tiene conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei CAM, dall’altro fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del GPP all’interno degli enti presi in considerazione. Un lavoro che da oggi sarà possibile consultare nel dettaglio attraverso una piattaforma ad hoc presentata questa mattina al forum.

Acquisti verdi e CAM: cosa sapere

Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione sono regolati da specifiche tecniche e clausole contenute nei Criteri Ambientali Minimi, obbligatori dal 2016. I CAM, è bene ricordarlo, sono stati introdotti in Italia con il Green Public Procurement, lo strumento che indirizza gli enti pubblici verso investimenti a ridotto impatto ambientale. Oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere ai bandi del PNRR. Ma il tema degli acquisti verdi riguarda più in generale tutto il mondo delle imprese in un’ottica di economia circolare ed efficientamento dei processi. Una spinta in avanti è arrivata con l’introduzione del Dnsh (Do no significant harm), principio in base al quale gli interventi previsti dal PNRR non dovranno arrecare un danno significativo all’ambiente.

Il dettaglio sui capoluoghi

Nel complesso, sono 35 i Comuni che registrano un tasso di attuazione dei CAM superiore all’80%, 18 quelli che raggiungono il 100%, ovvero più del doppio rispetto allo scorso anno: Belluno, Bolzano, Brescia, Chieti, Cuneo, Ferrara, Forlì, Imperia, Latina, Mantova, Modena, Monza, Padova, Pavia, Pordenone, Rimini, Savona e Trento. Tenuto conto di tutti i fattori che concorrono a formare l’indicatore complessivo, il capoluogo più performante risulta Torino.

Entrando nello specifico, il 98% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del GPP, in crescita rispetto allo scorso anno. I criteri ambientali più applicati sono quelli relativi all’acquisto di stampanti, di carta in risme e sui servizi di pulizia, quelli meno applicati riguardano invece l’edilizia (il 37,8%, dato in peggioramento rispetto allo scorso anno), i prodotti tessili (il 37%), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (il 34,7%). Tra le maggiori criticità che i capoluoghi riscontrano nell’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi, al primo posto figurano la mancanza di formazione (46%), seguita dalle difficoltà nella stesura dei bandi (41%) e dalla mancanza di imprese (25%) dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i CAM.

“Criteri Ambientali Minimi e GPP sono strumenti strategici nello sviluppo dell’economia circolare e delle rinnovabili, e più in generale nella realizzazione di una effettiva transizione ecologica nel nostro Paese. Nonostante una normativa assolutamente all’avanguardia in tal senso, l’Italia sconta ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione: l’Osservatorio Appalti Verdi nasce cinque anni fa proprio con l’obiettivo di monitorare la loro adozione negli enti pubblici – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Di edizione in edizione, nel nostro rapporto abbiamo rilevato un graduale miglioramento anche se ancora troppo lento e inadeguato nelle performance e anche nel 2021 assistiamo a una crescita dei CAM applicati. Proseguiamo dunque nel nostro lavoro – conclude Zampetti – dotandoci oggi di uno strumento prezioso quale la piattaforma webgis che consente di mappare i risultati raggiunti e di orientarsi nell’adozione di un approccio che deve incoraggiare la diffusione di tecnologie e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale”.

 

“Il rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi 2022 – commenta Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi – mostra un graduale miglioramento dello stato di attuazione del Gpp nei Comuni ma soprattutto negli enti gestori delle aree protette che, in crescita esponenziale, superano nettamente il dato dello scorso anno rispetto agli enti che dichiarano di applicare sempre i Cam. Il processo però è ancora troppo lento, in un momento in cui il ruolo degli appalti pubblici assume, tenendo conto dell’investimento del PNRR, una rilevanza mai raggiunta nel passato. Le regole del PNRR prevedono infatti di adottare, quale elemento propedeutico di qualsiasi finanziamento di soggetti pubblici o privati, il principio DNSH e quindi deI CAM. Le grosse difficoltà da parte dei soggetti interessati per quanto riguarda la formazione del personale, il monitoraggio interno e la stesura degli appalti vanno superate rapidamente. Le nostre proposte tengono conto di tutto questo e la loro presa in considerazione è di grande importanza per quei passi avanti decisivi che ormai da cinque anni spingiamo quotidianamente affinché vengano compiuti”.

Il GPP negli altri enti monitorati

Un trend positivo si registra anche per gli Enti Gestori delle Aree Protette che dichiarano di applicare sempre i CAM, i quali passano dai 13 del 2020 ai 44 del 2021. Ad applicare il 100% dei Criteri Ambientali Minimi sono 11 Aree Marine Protette, 12 Parchi Nazionali, 21 Parchi Regionali e Riserve. 14, invece, le ASL che applicano i CAM al 100%. Tra le Centrali Uniche di Committenza, Valle d’Aosta, Veneto, Sardegna, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Emilia-Romagna e Calabria segnano tassi di applicazione del 100%.

Per Centrali di Committenza Regionali, ASL e Aree Protette, le maggiori criticità nell’applicazione dei CAM vengono riscontrate, in ordine di grandezza, nella stesura dei bandi, nella mancanza di formazione e nella mancanza di imprese dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i Criteri Minimi Ambientali.

D’altro canto, all’interno degli enti presi in considerazione, si evidenziano scarsi livelli di monitoraggio dell’attuazione del GPP da parte dell’amministrazione pubblica e di parità di genere (gender procurement), tra i fattori che faciliterebbero l’adozione del Green Public Procurement. Nel caso delle Centrali di Committenza Regionali, si segnala anche una scarsa implementazione del plastic free.

Benefici Green Public Procurement 2021

In collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, l’Osservatorio ha anche monitorato i benefici riscontrati dagli enti che applicano il Green Public Procurement nel 2021: al primo posto, il positivo impatto territoriale dal punto di vista ambientale e/o sociale, seguito da un miglioramento dell’immagine verso cittadini e utenti, una riduzione dei costi di gestione ambientali, una razionalizzazione della spesa e, infine, un miglior accesso ai finanziamenti comunitari attraverso il criterio premiale.

GPP in Italia 2022: una piattaforma per fotografare l’applicazione 

Da oggi online, presentata al Forum Compraverde Buygreen, la versione pilota della prima piattaforma webgis che fotografa l’applicazione del Green Public Procurement in Italia: attraverso una mappa interattiva sarà possibile conoscere l’applicazione del GPP e dei Criteri Ambientali Minimi da parte degli enti che hanno risposto al monitoraggio di Legambiente e Fondazione Ecosistemi nel 2021, conoscerne la performance complessiva e l’adozione dei CAM nel dettaglio. Uno strumento utile, e inedito in Italia, che nei prossimi mesi sarà e ottimizzata per essere utilizzata da mobile e implementata con i dati dei precedenti rapporti stilati dall’Osservatorio Appalti Verdi, per offrire una panoramica quanto più completa possibile, utile ad amministrazioni pubbliche, imprese, giornalisti e cittadini.

Le proposte dell’Osservatorio Appalti Verdi 

È necessario ricordare che oltre 200 miliardi di euro attribuiti dall’Europa all’Italia per il PNRR potranno essere spesi solo adottando, nelle procedure di gara, i Criteri Ambientali Minimi; le opportunità legate al processo di transizione ecologica, energetica, sociale oltre che quella digitale sono collegate strettamente al rispetto di tali criteri gara.

Legambiente e Fondazione Ecosistemi avanzano dunque alcune proposte alle istituzioni: rafforzare la capacità delle istituzioni partendo da enti locali e responsabili acquisti delle stazioni appaltanti per diffondere il GPP e garantire l’adozione dei criteri; individuare un referente GPP in tutte le pubbliche amministrazioni; estendere il campo di applicazione del GPP; rafforzare l’uso dei criteri minimi nelle imprese pubbliche; diffondere la formazione, promuovere e sviluppare monitoraggi ulteriori e incentivare l’utilizzo dei Criteri ambientali minimi; raccordare il GPP con il DNSH per agevolare le pubbliche amministrazioni e i privati nella comprensione delle strette connessioni tra i due sistemi.

[1] I dati relativi all’applicazione dei CAM nelle gare pubbliche fanno riferimento ai bandi emessi nel 2021: quindi non tengono in considerazione i CAM usciti nel 2022, il cui stato di adozione verrà esaminato a partire dal Rapporto del 2023 o 2024. Le risposte raccolte hanno riguardato Comuni Capoluoghi, Parchi, ASL e Centrali di Committenza Regionali per complessivi 210 questionari, con un peso maggiore dei Comuni Capoluogo (99 intervistati) e dei Parchi (66 intervistati su 91 totali), quindi ASL (35) e Centrali di committenza (10).

Social media

News

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

La Commissione Europea ha pubblicato 90 domande frequenti (FAQ) per chiarire gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità delle aziende, con l’obiettivo di guidare le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, verso una maggiore trasparenza in materia di finanza sostenibile. La comunicazione n. 6792 affronta l’interpretazione di normative chiave, tra cui la direttiva 2013/34/UE e il regolamento (UE) n. 537/2014, con focus sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La CSRD impone nuove richieste di rendicontazione per grandi imprese, PMI quotate e gruppi internazionali, ma non riguarda la divulgazione volontaria di aziende non soggette agli obblighi.

Il difficile incontro tra cultura, risorse e sostenibilità. Intervista a Silvano Falocco

Il difficile incontro tra cultura, risorse e sostenibilità. Intervista a Silvano Falocco

Silvano Falocco, in un’intervista a EconomiaCircolare.com, discute le sfide per una produzione culturale sostenibile, evidenziando le difficoltà nel conciliare aspetti culturali, ambientali ed economici. La programmazione culturale, secondo Falocco, dovrebbe avere una missione chiara e finanziamenti stabili, ma manca spesso una direzione politica precisa. La crescente difficoltà di reperire risorse finanziarie, insieme alla necessità di allinearle con criteri ambientali e sociali, complica la sostenibilità degli eventi culturali. Inoltre, la selezione di sponsor in linea con valori ecologici è resa ardua dalla scarsità di risorse e dalle divergenze tra cultura e politica. Leggi l’intervista…

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Cosa succederebbe se tutte le mense pubbliche e scolastiche in Europa dovessero rispettare criteri minimi obbligatori che riflettono la necessità di mantenere il nostro sistema alimentare entro i limiti del pianeta e a sostegno dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Alcuni potrebbero opporsi a un aumento dei costi, ma come ormai sappiamo tutti, i costi delle pratiche non sostenibili relative a uno qualsiasi di questi aspetti sono di gran lunga superiori per la società e per i contribuenti. Quindi, perché comprare cibo a basso costo e poco salutare quando l’approvvigionamento alimentare pubblico offre un’ottima opportunità per affrontare tanti obiettivi di sostenibilità in un unico piatto?