Parigi 2024 tra strategie per il clima e greenwashing, cosa sappiamo finora sulla sostenibilità delle Olimpiadi

6 Agosto 2024

Nessun gioco olimpico può essere veramente compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi a meno che le sue operazioni complessive non vengano riformate in modo radicale. Lo conferma uno studio sulla strategia per il clima delle Olimpiadi di Parigi realizzato da Carbon Market Watch, un’organizzazione di ricerca non profit specializzata che riceve finanziamenti dall’Unione Europea, e dall’associazione francese Éclaircies, che analizza questioni legate all’ambiente.

Parigi 2024 aveva promesso di offrire giochi spettacolari, più responsabili, più sostenibili e più inclusivi. Gli organizzatori hanno definito “un piano all’avanguardia per dimezzare l’impronta di carbonio legata ai Giochi rispetto ai Giochi precedenti, con soluzioni innovative per l’energia, il cibo, le sedi, i trasporti e i servizi digitali”.

La manifestazione avrebbe dovuto rappresentare, dunque, i primi Giochi Olimpici in linea con l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici che impegna i firmatari a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di passare da una media di 3,5 milioni di tonnellate di CO2 di Londra (2012) e Rio (2016) (Tokyo 2020 non viene considerata: causa Covid-19 si svolse senza pubblico) a un obiettivo di emissioni massime di 1,58 milioni di tonnellate.

Le Olimpiadi sono ancora in corso e i dati ufficiali e completi sulle emissioni saranno diffusi in autunno, ma lo studio indipendente di Carbon Market Watch ed Éclaircies, per quanto riguarda gli aspetti positivi, riconosce alla strategia di sostenibilità delle Olimpiadi almeno tre meriti. Il primo, in sostanza, è il fatto che esiste una strategia che rappresenta un discreto tentativo di rendere i giochi più ecologici.

Sebbene lodevole, l’obiettivo della strategia climatica di Parigi 2024 di ridurre al minimo l’impronta di carbonio dell’evento è incompleta e non riesce a raggiungere la trasparenza. Pur fissando obiettivi e attuando politiche logiche in tutti i settori – come l’edilizia, l’approvvigionamento alimentare, gli acquisti non alimentari, i trasporti e il consumo energetico – la strategia manca di metodologie dettagliate e di un monitoraggio completo, e non è comunicata in modo chiaro. Il rapporto di Carbon Market Watch ed Éclaircies raccomanda, dunque, una divulgazione trasparente e chiara delle metodologie, una chiara articolazione dei criteri di sostenibilità e una rigorosa validazione e monitoraggio per garantire l’allineamento con gli obiettivi climatici globali e migliorare l’efficacia dei futuri sforzi di sostenibilità dei Giochi Olimpici.

Il secondo merito riconosciuto all’organizzazione di Parigi 2024 è la decisione di non costruire molte nuove infrastrutture per ospitare i Giochi e di privilegiare materiali da costruzione che comportano basse emissioni, come il legno, sebbene non manchi qualche perplessità. Le Olimpiadi di Parigi sono le prime per cui sia stato fissato un obiettivo di emissioni massime da rispettare e per cui conseguentemente sia stato elaborato un piano per contenerle. Finora però non sono state condivise pubblicamente abbastanza informazioni sui lavori per verificare in modo indipendente che l’obiettivo di contenere le emissioni lato infrastrutture sia stato raggiunto.

Il terzo merito riconosciuto da Carbon Market Watch ed Éclaircies all’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi è di aver concentrato i siti della maggior parte delle competizioni in un’area relativamente ristretta: l’80% delle strutture per le gare si trova in un raggio di 10km intorno al Villaggio Olimpico e l’85% degli atleti può raggiungere i siti delle competizioni in cui è coinvolto in meno di 30 minuti. Inoltre, sia gli atleti sia una piccola parte delle persone che lavorano ai Giochi può spostarsi con veicoli a basse emissioni.

Tuttavia, permangono incongruenze tra la comunicazione rivolta al pubblico e la documentazione tecnica relativa all’uso dei crediti di carbonio e all’obiettivo di neutralità climatica dell’evento. La mancanza di trasparenza sull’acquisto di crediti di carbonio ostacola il coinvolgimento del pubblico e una supervisione valutabile della responsabilità ambientale dell’evento. Inoltre, molti degli sponsor dei Giochi non sono leader in materia di clima e l’assenza di criteri climatici nella selezione degli sponsor è un’occasione mancata per influenzare le grandi aziende.

In definitiva, se i Giochi Olimpici vogliono dare l’esempio nella comunicazione sulla sostenibilità, devono dimostrare pubblicamente progressi misurabili, trasparenza e ispirare una più ampia adozione di pratiche sostenibili.

Il ruolo dei Giochi Olimpici in un futuro mondo a basse emissioni di carbonio è sotto esame, considerando ciò che rimane del limitato budget globale di carbonio e la significativa impronta ambientale di questo evento. Per allinearsi a un futuro di 1,5 gradi, sono necessarie alternative trasformative che sfidino la struttura convenzionale dei giochi.

Le soluzioni includono la definizione di un budget per le emissioni di carbonio compatibile con l’Accordo di Parigi, con percorsi adattati alle situazioni uniche delle città e dei Paesi ospitanti. Un’altra soluzione è quella di distribuire gli eventi olimpici in diversi Paesi per ridurre le dimensioni dei giochi e limitare i viaggi internazionali. Ciò incoraggerebbe la partecipazione degli spettatori locali, consentendo a un maggior numero di persone di accedere alle Olimpiadi e riducendo al contempo l’impronta ecologica complessiva. Questo modello alternativo mira a rafforzare l’inclusività, a ridurre la domanda di infrastrutture e a migliorare l’esperienza complessiva dei Giochi. Pur non essendo prescrittiva, questa proposta esorta il Comitato Olimpico Internazionale a ripensare i giochi attraverso una lente di sostenibilità per ispirare un cambiamento trasformativo.

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