Green e social washing: quali strumenti e buone pratiche per comunicare la sostenibilità

30 Aprile 2024

Comunicazione responsabile, acquisti consapevoli, dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili. La Direttiva europea n.825 del 28 febbraio 2024, sulla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione (c.d. divieto di greenwashing)”, cambia il panorama della comunicazione, delle caratteristiche dei marchi di sostenibilità, in particolare quelli focalizzati al clima e all’economia circolare, stabilendo nuovi criteri e divieti, e delle modalità di verifica e controllo utilizzati nelle gare.

Giovedì 16 maggio, dalle 15.00, al Forum Compraverde parleremo di “Green e social washing: quali strumenti e buone pratiche per comunicare la sostenibilità”. L’evento in linea con il Goal 12 dell’Agenda 2030, Consumo e produzione responsabili, è organizzato nel quadro del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 in collaborazione con Fondazione Ecosistemi, il gruppo di lavoro del Goal 12 e la testata Economiacircolare.com.

Al convegno intervengono Silvano Falocco, Direttore Fondazione Ecosistemi, Enrico Cancila, Vicepresidente del Comitato Ecolabel Ecoaudit, Caroline Vaute, Consulente Sostenibilità e Comunicazione Ambientale, Ergo srl – spinoff Scuola Sant’Anna, Tiziana Toto, Responsabile nazionale delle Politiche dei consumatori, Stefano Toma, Responsabile progetti e advocacy, Fairtrade Italia, Serena Moscardelli, CSR & Green Marketing Advisor, Responsabile Nazionale FedAPI per la sostenibilità, Raffele Lupoli, Direttore responsabile EconomiaCircolare.com.

Per partecipare, iscriviti QUI!

Il Forum Compraverde Buygreen è promosso da Fondazione Ecosistemi con il patrocinio e la partecipazione del Parlamento Europeo, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione Lazio e Roma Capitale in partnership con Legambiente, Agende 21 Locali Italiane, ALI – Autonomie Locali Italiane e Fairtrade Italia.

Il programma delle due giornate è QUI!

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Rendicontazione di sostenibilità: pubblicate le FAQ della Commissione Europea per le imprese

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La Commissione Europea ha pubblicato 90 domande frequenti (FAQ) per chiarire gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità delle aziende, con l’obiettivo di guidare le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni, verso una maggiore trasparenza in materia di finanza sostenibile. La comunicazione n. 6792 affronta l’interpretazione di normative chiave, tra cui la direttiva 2013/34/UE e il regolamento (UE) n. 537/2014, con focus sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La CSRD impone nuove richieste di rendicontazione per grandi imprese, PMI quotate e gruppi internazionali, ma non riguarda la divulgazione volontaria di aziende non soggette agli obblighi.

Il difficile incontro tra cultura, risorse e sostenibilità. Intervista a Silvano Falocco

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Silvano Falocco, in un’intervista a EconomiaCircolare.com, discute le sfide per una produzione culturale sostenibile, evidenziando le difficoltà nel conciliare aspetti culturali, ambientali ed economici. La programmazione culturale, secondo Falocco, dovrebbe avere una missione chiara e finanziamenti stabili, ma manca spesso una direzione politica precisa. La crescente difficoltà di reperire risorse finanziarie, insieme alla necessità di allinearle con criteri ambientali e sociali, complica la sostenibilità degli eventi culturali. Inoltre, la selezione di sponsor in linea con valori ecologici è resa ardua dalla scarsità di risorse e dalle divergenze tra cultura e politica. Leggi l’intervista…

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

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Cosa succederebbe se tutte le mense pubbliche e scolastiche in Europa dovessero rispettare criteri minimi obbligatori che riflettono la necessità di mantenere il nostro sistema alimentare entro i limiti del pianeta e a sostegno dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Alcuni potrebbero opporsi a un aumento dei costi, ma come ormai sappiamo tutti, i costi delle pratiche non sostenibili relative a uno qualsiasi di questi aspetti sono di gran lunga superiori per la società e per i contribuenti. Quindi, perché comprare cibo a basso costo e poco salutare quando l’approvvigionamento alimentare pubblico offre un’ottima opportunità per affrontare tanti obiettivi di sostenibilità in un unico piatto?