Gli appalti pubblici sono per l’Unione Europea, congiuntamente agli investimenti, il principale strumento del Green Deal, e l’Italia, unico paese che ha reso obbligatorio il Green Public Procurement (GPP o Acquisti Verdi Pubblici), si trova in una condizione di avanguardia in Europa. Infatti, dal 18 aprile 2016 il nuovo Codice degli Appalti ha sancito l’obbligatorietà dell’adozione dei Criteri Ambientali Minimi approvati dal Ministero della Transizione Ecologica nelle procedure di gara degli Enti Pubblici.
Il GPP, attraverso l’adozione dei criteri sociali e ambientali nelle gare d’appalto, che in Italia ammontano a 200 miliardi l’anno, rappresenta il principale strumento che abbiamo a disposizione per raggiungere gli obiettivi del Green Deal: riduzione dei gas serra, economia circolare, tutela della biodiversità. E’ uno strumento che in Italia è obbligatorio ogniqualvolta che una stazione appaltante, un comune, una provincia, una regione acquista dei beni, compra dei servizi, realizza delle opere. Se da un lato è obbligatorio introdurre dei criteri ambientali, dall’altro sono tante le difficolta riscontrate nell’attuazione del GPP perché è una politica che richiede la formazione e l’apprendimento da parte di organizzazioni, unità operative e del personale delle pubbliche amministrazioni.
L’adozione di questo strumento trova oggi una forte accelerazione oggi nelle regole del PNRR che prevedono di adottare il principio DNSH (Do No Significant Harm), ovvero non arrecare danni significativi all’ambiente. In Italia, secondo la Guida Operativa che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato a fine dicembre del 2021, il DNSH richiede l’adozione obbligatoria dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).
Quindi gli oltre 200 miliardi di euro attribuiti dall’Europa all’Italia per il PNRR non potranno essere spesi, se non adottando, nelle procedure di gara, i Criteri Ambientali Minimi; le opportunità legate al processo di transizione ecologica, energetica, sociale oltre che quella digitale sono collegate strettamente al rispetto di tali criteri gara.
In altre parole, non ci potrà essere un appalto finanziato dal PNRR che non rispetti il principio del DNSH e quindi i CAM: per il 37% delle risorse del PNRR, il cosiddetto regime 1, non ci si potrà limitare a “non arrecare un danno significativo all’ambiente” ma si dovrà aver dimostrato di aver contribuito in modo sostanziale al miglioramento ambientale.
Per questa ragione servono, immediatamente, strumenti di accompagnamento delle Pubbliche Amministrazioni a DNSH e CAM e un rapido e robusto processo di apprendimento collettivo, che tenga conto della loro costante revisione, dovuta ai cambiamenti tecnologici dei prodotti . Lo dimostra anche la prossima pubblicazione di nuovi Criteri Ambientali Minimi su edilizia, rifiuti e arredi, che trasformeranno radicalmente il modo in cui nuovi edifici pubblici vengono progettati, realizzati e costante monitorati.
In questo contesto, il Forum Compraverde può essere considerato un appuntamento chiave dove le amministrazioni apprendono gli aspetti tecnici di CAM e DNSH e partecipano alle iniziative di formazione, informazione e networking con i soggetti partner o presenti alla manifestazione. Il tema di quest’anno “Senza GPP niente fondi dal PNRR” costituirà il filo rosso dei convegni, delle sessioni di lavoro, delle attività di reporting per valutare lo stato dell’arte negli acquisti pubblici e nelle catene di fornitura verdi, a cui parteciperanno diverse organizzazioni con idee e proposte per la transizione ecologica giusta.
La sfida climatica e ambientale che abbiamo davanti a noi non può prescindere da una trasformazione radicale dei modi di consumo e di produzione delle organizzazione nelle quali giornalmente operiamo: si capisce solo se si cambia.
L’appuntamento è il 19 e il 20 ottobre prossimo al WeGil a Roma.