Dal Compraverde 2021 parte la proposta di un Osservatorio per il monitoraggio dell’impronta green del Pnrr

6 Ottobre 2021

APPALTI VERDI E RIVOLUZIONE “GREEN”: DAL FORUM COMPRAVERDE 2021 PARTE LA PROPOSTA DI “UN OSSERVATORIO PER IL MONITORAGGIO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA NEL PNRR”

La XV edizione degli Stati Generali degli acquisti verdi si apre inoltre con un appello dagli enti locali “L’Italia spinga il piede sull’acceleratore, serve semplificazione delle procedure d’appalto nel rispetto delle regole, per non perdere di vista la centralità delle amministrazioni”

Semplificazione, formazione, più personale tecnico specializzato a supporto. Ma soprattutto un piede deciso sull’acceleratore, affinché non vada persa l’enorme opportunità dei fondi europei per la ripartenza dopo la pandemia, accolti dal Governo Draghi all’interno dello strumento economico del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ quanto viene richiesto dagli enti locali presenti alla conferenza d’apertura del XV Forum Compraverde Buygreen, iniziato oggi mercoledì 6 ottobre all’interno del palazzo WeGil a Trastevere e in programma fino a venerdì 8 ottobre.

Dai lavori di oggi è emersa quella che, alla luce degli interventi, definirei una necessità ha esordito Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi, organizzatrice del Forum – ovvero l’istituzione di un Osservatorio per il monitoraggio della transizione ecologica all’interno degli appalti finanziati con i fondi del Pnrr, che coinvolga tutti gli attori interessati a partire da chi era qui oggi. Lo scorso anno – prosegue Falocco – ci eravamo lasciati dicendo che c’è un tempo, quello del clima, di cui va tenuto conto. Adesso accanto a quell’orologio ne metteremo un altro, quello del green deal, del sistema degli appalti che consentirà agli interventi di produrre degli effetti sui territori e sulle attività per raggiungere gli obiettivi ambientali, economici e sociali che sono definiti dal Pnrr. Di questo faremo il focus principale, sulla nostra capacità e sullo stato di avanzamento del Green Public Procurement in Italia in tutti i settori istituzionali che dovrebbero applicarlo. Spingeremo inoltre per un’estensione dell’attuazione del Gpp parlando di biolubrificanti per poterli sostituire a quelli convenzionali utilizzati nell’industria, nel trasporto e nell’agricoltura”.

Sono molto contenta di prendere parte a questo Forum, che oramai da 15 anni è diventato un punto di riferimento per tutti i soggetti che operano nella diffusione dei beni e degli acquisti sostenibili – ha dichiarato Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e trasformazione digitale della Regione Lazio -. Il tema degli appalti verdi è importante, ma anche complesso perché al loro interno Pnrr e green deal si intrecciano inesorabilmente e di recente sono anche state modificate le norme che li regolano. Questo incide sui soggetti destinatari, enti locali inclusi, che spesso sono impreparati nell’applicare le clausole date dai cosiddetti Cam, i criteri ambientali minimi. Una delle ipotesi per poter rinforzare gli appalti verdi è inserire dei meccanismi premianti, con maggiori finanziamenti in servizi pubblici essenziali, che incentivino l’inserimento dei Cam all’interno dei bandi pubblici. Il Lazio – conclude Lombardi – già da novembre 2020 ha inviato le sue priorità progettuali come contributo al PNRR, il complesso delle misure stimate ammonta a circa 17 miliardi di euro, distribuiti su progetti di modernizzazione del sistema, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale e parità di genere”.  

Ma il vero allarme parte dagli enti locali, con in testa il sindaco di Pesaro e presidente di Autonomie Locali Italiane Matteo Ricci:

“Non nascondo una certa preoccupazione – ha detto in collegamento con il Forum -, più passano i giorni e più da sindaci ci rendiamo conto che con le regole attuali non riusciremo a far partire gli appalti per le opere da fare nell’ambito della transizione ecologica. Se penso che per fare un investimento pubblico da 1 milione di euro ci vogliono almeno 5 anni, per un lavoro da 5 milioni siamo sui 10 anni, tenendo conto dell’orologio impietoso che viene dato dall’UE con l’obiettivo 2050 per il cambiamento climatico e con il Pnrr come doppio riferimento, non posso che concludere che siamo in ritardo, perché entro il 2023 dovremmo appaltare tutto ed entro il 2026 rendicontare. Non vorrei – conclude Ricci – si arrivasse al commissariamento nazionale, perché non riusciamo a fare le cose bene con le regole vigenti e allora cerchiamo di superarle, come fatto per il Ponte di Genova. Sarebbe una sconfitta”.

In collegamento col Forum anche l’eurodeputata Simona Bonafè, membro della commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare:

“In Italia siamo bravi nel riciclo, ma se c’è una cosa su cui migliorare è quella del mercato relativo alle materie prime seconde (ovvero gli scarti delle attività produttive), perché non c’è un vero e proprio sfogo. Questo mercato dobbiamo svilupparlo e il Gpp è sicuramente una chiave e le amministrazioni pubbliche, soprattutto loro, devono fare la loro parte”.

I dati del secondo Sustainability Monitor Report sulle catene di fornitura sostenibili

L’apertura del Forum 2021 è stata anche l’occasione per rendere pubblici i primi risultati dell’indagine 2021 e il confronto con il 2020 del “Sustainability Monitor Report” sulle catene di fornitura sostenibili, giunto alla sua seconda edizione. Arriva subito una conferma: le aziende (il 64% dei partecipanti è privato, ma crescono le pubbliche e partecipate pubbliche) si attrezzano per adottare politiche di acquisto sostenibili, che possono risentire di necessità di miglioramento forse anche a causa del veloce cambiamento del contesto. I CAM vengono utilizzati più marcatamente negli acquisti, soprattutto rispetto a quelli sociali (quasi 1 su 2 dichiara di applicarli), ma la formazione del personale continua ad essere un punto debole del procurement sostenibile: il 50% dichiara che potrebbe essere migliorabile, addirittura per il 20% è assente, poco più del 20% dichiara di fare formazione in maniera consolidata. Soddisfazione nella lettura dei dati relativi all’adozione di un sistema di valutazione dei fornitori che tenga conto dei Cam ambientali e sociali: quasi il 60% delle aziende rispondenti lo fa in maniera consolidata. Senza dubbio, tra le conclusioni di questo secondo report, possiamo dire che nel complesso gli acquisti sono utilizzati da parte delle aziende più per migliorare la prestazione ambientale che quella sociale, ma lo scatto in avanti delle realtà che hanno partecipato sia al monitoraggio 2020 sia a quello 2021 mostra una volontà di migliorare (obiettivo in parte raggiunto) frutto di un riesame delle policy aziendali.

Il Forum è organizzato dalla Fondazione Ecosistemi in partnership con il Ministero della Transizione Ecologica, Regione Lazio, Legambiente, Agende 21 Locali Italiane, Unioncamere, Confindustria, ALI, Fairtrade, Confcooperative, Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio.

 

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