Il Gruppo CAP, la prima realtà pubblica ad applicare i principi del Gender Procurement nelle gare d’appalto

11 Giugno 2020
Premio Compraverde

Una Menzione per il sistema di qualificazione ambientale e sociale della catena di fornitura e il Premio Compraverde per l’innovazione nei progetti di Gender Equality: questi i riconoscimenti che il Gruppo CAP, l’Azienda pubblica che gestisce i 195 Comuni dell’hinterland milanese per un bacino totale di circa 2,2 milioni di abitanti, ha ricevuto in occasione della XIII edizione del Forum Compraverde Buygreen, svoltasi lo scorso ottobre.

Il Gruppo CAP è il gestore del servizio idrico integrato della Città Metropolitana di Milano e di altri Comuni situati nelle Province di Monza e Brianza, Varese e Como. Con oltre 840 dipendenti, il gruppo indirizza da sempre le proprie strategie industriali verso un modello di business sostenibile, integrando agli obiettivi economici quelli sociali e ambientali. Tra gli obiettivi di sostenibilità, occupa un ruolo di primaria importanza il Diversity & Inclusion, un approccio organizzativo impostato sul riconoscimento, il rispetto, la valorizzazione e l’integrazione delle diversità; la responsabilità di far convivere etica e business, abbattendo le discriminazioni e contemporaneamente generando valore per sé e il territorio circostante. Il Gruppo CAP ha, inoltre, implementato un sistema di Vendor Rating un sistema che monitora e misura sistematicamente, su base oggettiva, le performance dei fornitori durante tutto il periodo di esecuzione contrattuale. Un’efficace e tempestiva valutazione dei fornitori è il presupposto fondamentale per la corretta gestione del rapporto con gli stessi e per la ricerca delle migliori opportunità di approvvigionamento.

Ne parliamo in dettaglio con la dott.ssa Laura Carpineti, settore legale Appalti e Contratti del gruppo.

Dott.ssa Carpineti, cosa rappresenta per il Gruppo CAP l’ottenimento di questi due riconoscimenti?

Tale ottenimento rappresenta il riconoscimento degli sforzi compiuti dall’Azienda per promuovere la responsabilità non solo ambientale ma anche sociale a tutta la catena della fornitura, tramite la sensibilizzazione dei propri fornitori verso una gestione sostenibile delle risorse e del lavoro.

Dal 1 gennaio dello scorso anno vi siete dotati del sistema di Vendor Rating, un meccanismo che seleziona i fornitori attraverso l’introduzione di criteri “sostenibili” legati alla presenza di certificazioni ambientali e sociali. Cosa è cambiato nella catena di fornitura con l’introduzione di questo sistema? Avete già ottenuto dei risultati tangibili?

I primi risultati tangibili li abbiamo riscontrati nell’interesse dimostrato dagli operatori economici, che hanno prontamente comunicato e in alcuni casi avviato il meccanismo di certificazione. Concretamente parlando, il Vendor Rating permette di individuare i fornitori più virtuosi e sospendere temporaneamente gli inviti, invece, a quelli meno virtuosi, fino alla cancellazione dal nostro albo fornitori nei casi più gravi.

Nel 2018, avete anche deciso di adottare politiche a sostegno delle pari opportunità nell’ambiente di lavoro. In particolare, l’Ufficio Acquisti ha deciso di premiare la professionalità rosa inserendo il gender procurement come uno degli elementi premianti nelle gare d’appalto. Ci può raccontare questa iniziativa?

Nel 2018, il Gruppo CAP ha deciso coraggiosamente di esportare e promuovere anche verso l’esterno le politiche a sostegno delle pari opportunità nell’ambiente di lavoro. l’Ufficio ha deciso di premiare la professionalità rosa inserendo il gender procurement come uno degli elementi premianti nelle gare d’appalto: è stato inserito infatti un sistema di voto premiante, tramite l’assegnazione di punti tecnici discrezionali per gli operatori economici in grado di presentare una quota maggiore di figure femminili nel gruppo di lavoro soprattutto in ruoli manageriali.

Il Gruppo CAP in cifre:

  • 13 Procedure di Acquisto
  • Impatto su tutto il portfolio acquisti
  • 80 Fornitori coinvolti
  • 50% di PMI protagoniste
  • 25 Milioni di commesse

Social media

News

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Un Manifesto per la definizione di criteri minimi obbligatori per le mense pubbliche in tutta l’UE

Cosa succederebbe se tutte le mense pubbliche e scolastiche in Europa dovessero rispettare criteri minimi obbligatori che riflettono la necessità di mantenere il nostro sistema alimentare entro i limiti del pianeta e a sostegno dell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Alcuni potrebbero opporsi a un aumento dei costi, ma come ormai sappiamo tutti, i costi delle pratiche non sostenibili relative a uno qualsiasi di questi aspetti sono di gran lunga superiori per la società e per i contribuenti. Quindi, perché comprare cibo a basso costo e poco salutare quando l’approvvigionamento alimentare pubblico offre un’ottima opportunità per affrontare tanti obiettivi di sostenibilità in un unico piatto?

Investimenti per 160 miliardi generano vantaggi per 350 miliardi: la transizione energetica conviene all’Italia

Investimenti per 160 miliardi generano vantaggi per 350 miliardi: la transizione energetica conviene all’Italia

Italia ha solo da guadagnare da un’accelerazione sulle rinnovabili. L’obiettivo di una completa decarbonizzazione del sistema elettrico italiano entro il 2035, infatti, non solo è possibile, ma è anche vantaggioso per l’economia del nostro Paese. Lo conferma il “Rapporto sugli impatti economici e occupazionali delle politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035”. Il rapporto, presentato oggi e curato da Fondazione Ecosistemi per conto di WWF Italia, è uno studio approfondito che stima gli effetti positivi che una piena decarbonizzazione del sistema elettrico italiano avrebbe sull’economia e sull’occupazione del nostro Paese.

Rapporto ASviS 2024: l’Italia è su un sentiero di sviluppo insostenibile, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono lontani

Rapporto ASviS 2024: l’Italia è su un sentiero di sviluppo insostenibile, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono lontani

L’Italia procede su un sentiero di sviluppo insostenibile e, nonostante gli impegni presi a livello internazionale anche con la firma del Patto sul Futuro, le scelte del Paese risultano insufficienti per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Dei 37 obiettivi quantitativi legati a impegni europei e nazionali, solo otto sono raggiungibili entro la scadenza del 2030, 22 non lo sono e per altri sette il risultato è incerto. È quanto emerge dal nono Rapporto ASviS “Coltivare ora il nostro futuro. L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” presentato oggi a Roma.