Il green procurement nelle politiche di acquisto delle imprese di interesse pubblico può essere la leva per la transizione verso un’economia circolare e sostenibile? Una prassi ancora non consolidata in Italia, nonostante il Green Public Procurement – ovvero l’adozione di Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti pubblici– sia obbligatorio per le forniture, servizi e lavori di qualsiasi importo con l’articolo 34 del Codice dei Contratti Pubblici.
Per confrontarsi sul tema e dare il via alla prima rete di imprese pubbliche virtuose nell’applicazione del GPP in Italia – la BuyGreen Community – il Forum CompraVerde ha riunito, al Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma, alcune delle realtà pubbliche più importanti del Paese tra cui Poste Italiane, Anas, Enel, Terna, GSE, Acea, Grandi Stazioni, Sogin, Invitalia, Sogesid, Confindustria, Unioncamere e altri. L’incontro ha posto al centro la grande impresa pubblica quale attore fondamentale per orientare il mercato alla sostenibilità, sia attraverso l’applicazione sistematica dei CAM che con la qualificazione ambientale della catena di fornitura e l’innovazione ambientale di processo e di prodotto.
Solo pochi mesi fa 3200 imprese medio-grandi del settore manifatturiero sono state oggetto di un indagine di Unioncamere, in collaborazione col Ministero dell’Ambiente. I risultati del Rapporto, pubblicato da pochi giorni, mostrano una situazione articolata verso la sostenibilità: il 47% delle aziende ha integrato la variabile ambientale nelle proprie strategie, il 55% ha adottato comportamenti attivi nei confronti dei propri fornitori, il 75% si è invece dotata di una certificazione ISO 14001. Per Tullio Berlenghi, Capo Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente, oggi le aziende hanno una visione diversa, più sostenibile, e comunicano una produttività rispettosa dell’ambiente.Tuttavia, risultano necessari alcuni passaggi normativi e culturali per adottare concretamente dei modelli di economia circolare che, se applicati in modo efficace a livello europeo, ridurrebbero la dipendenza di energia e materia dall’estero di circa il 20%, per un risparmio di 630 miliardi anno.
E la pubblica amministrazione? Se, prima dell’obbligo, il GPP era una scelta di poche amministrazioni, l’ultima indagine di Legambiente – che ha coinvolto 1048 comuni – mostra come il 70% abbia applicato un CAM almeno una volta in una categoria merceologica. L’obbligo inizia ad essere utilizzato concretamente nell’acquisto di beni e servizi, afferma Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio Appalti Verdi, strumento di monitoraggio civico e di promozione del GPP avviato da Legambiente con la Fondazione Ecosistemi. Fontana ha richiamato al senso di responsabilità tutti gli attori coinvolti: “Quando si hanno i numeri, i mezzi, e gli strumenti per dare concretezza ad un obbligo di legge, è necessario procedere, soprattutto se quest’obbligo promuove comportamenti virtuosi.”
Intervenuto all’incontro, Andrea Bianchi, Direttore delle Politiche Industriali di Confindustria, ha ribadito l’importanza degli investimenti nella pubblica amministrazione e nelle stazioni appaltanti per migliorare la qualità della domanda pubblica, oltre che la partnership tra pubblico e privato, come chiavi di successo per accelerare l’applicazione del GPP in Italia. Per Bianchi l’investimento pubblico e privato in tecnologia e innovazione consentirà di tenere insieme crescita, prosperità e sostenibilità ambientale.
Infine, l’intervento del direttore della Fondazione Ecosistemi, Silvano Falocco, che ha annunciato la nascita della BuyGreen Community “un network di imprese pubbliche che inizieranno un percorso nell’applicazione del GPP, per poi continuare a confrontarsi all’interno del Forum CompraVerde 2019“. Un luogo di confronto, di sostegno e di diffusione, un punto di riferimento in Italia per l’individuazione di buone pratiche e aziende virtuose. La XIII° edizione di CompraVerde si terrà a ottobre, e a breve verranno annunciate le date ufficiali, la location e altre novità dell’evento.